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Eventi

nella foto piazza duomo - milano
27/10/2017 - 04/03/2018 Castelfranco Veneto (TV) "Le Trame di Giorgione"
La “Pala di Castelfranco”, capolavoro primo di Giorgione, offre il naturale punto di partenza per una sontuosa mostra che trova negli ambienti del Museo Casa Giorgione il suo fulcro. Per espandersi poi in diversi siti della Città Murata, destinati ad accogliere l’attualità della grande tradizione di tessoria della Serenissima di 5 secoli fa. “Quello che prende il via in autunno a Castelfranco Veneto -spiega Stefano Marcon – Sindaco della città – è un PROGETTO CORALE che coinvolge i principali protagonisti di una comunità, facendo nascere e crescere idee e contaminazioni tra cultura, industria, educazione ed economia. La Mostra “LE TRAME DI GIORGIONE” diviene l’occasione per mettere in moto uno straordinario PROGETTO DI ACCOGLIENZA senza pari, che vede protagonisti i ragazzi dei Licei e degli Istituti Superiori impegnati in un grandioso progetto di guida ai visitatori, ma anche i commercianti coinvolti in un’operazione di promozione della Mostra attraverso le loro vetrine, i ristoratori intenti ad offrire le eccellenze alimentari del territorio a prezzi agevolati, gli albergatori occupati a proporre un’offerta competitiva, i baristi dediti ad un compito nuovo, quello di “mediatori culturali“. Sono poi parte importante del progetto, le associazioni di guide, coinvolte nel condurre il visitatore alla scoperta delle unicità artistiche, artigianali ed enogastronomiche del nostro territorio dell’entroterra, e quelle impegnate nell’accompagnare gli ospiti della Mostra nella continuazione di un percorso emozionale nel mondo della “tessoria” a Venezia, dall’Archivio Storico di Rubelli, ai telai della Serenissima di Bevilacqua, fino al Palazzo del terzo protagonista dell’industria tessile veneziana, Mariano Fortuny; e poi anche nell’atelier di Roberta di Camerino e nel Museo del Tessuto e del Costume del Settecento di Palazzo Mocenigo“.
14/10/2017 - 02/04/2018 Napoli "DARREN BADER (@MINED_OUD)"
a Napoli (@mined_oud) – gioco di parole che potrebbe o non potrebbe derivare dalla lettura in senso contrario dell’indirizzo email dell’artista e che propone un’assurda sinestesia fra il nome di un’essenza orientale, l’allusione all’esaurimento di un filone minerario e l’apparente generazione di un potenziale palindromo – è il titolo della prima mostra personale in un’istituzione pubblica italiana di Darren Bader (Bridgeport, CT, 1978), uno dei più sperimentali artisti internazionali delle ultime generazioni. Al Madre l’artista trasforma il tradizionale dispositivo della mostra personale in uno strumento plurimo e molteplice di analisi dei modelli con cui le opere d’arte sono recepite e mediate nello spazio-tempo istituzionale. Le opere e gli interventi grafici di Bader sono inseriti nel percorso della collezione costituendo una vera e propria, anche se volutamente quasi non percepibile, “mostra nella mostra” formata da una serie di esche disseminate in un allestimento a “camouflage” che, nella sua articolazione complessiva, esprime un punto di vista ellittico, denso di cortocircuiti ironici e giochi linguistici sulle singole opere, sui temi affrontati, sulle logiche d’allestimento, comunicative e didattiche, sugli statuti stessi della collezione e dell’identità museale contemporanea. L’intervento sfumato, intricato dell’artista, è concepito come un gioco sottile per il visitatore, che include anche un invito ad esporre indirizzato a una serie di altri artisti, le cui opere saranno presentate, insieme a quelle di Bader e a quelle entrate in collezione. Sarà presentato anche un gruppo di altri lavori, spesso minimi, di natura trasformativa o performativa, o destinati al pubblico digitale.
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07/10/2017 - 08/04/2018 Vicenza VAN GOGH. Tra il grano e il cielo
a Vicenza, Basilica Palladiana, la mostra "Van Gogh. Tra il grano e il cielo", presenta eccezionalmente un numero altissimo di opere del pittore olandese, 43 dipinti e 86 disegni. Con l’apporto fondamentale di quello scrigno vangoghiano che è il Kröller-Müller Museum in Olanda. Ricostruisce con precisione l’intera vicenda biografica, ponendo dapprincipio l’accento sui decisivi anni olandesi, che dall’autunno del 1880 nelle miniere del Borinage, per la verità in Belgio, fino all’autunno del 1885 a conclusione del fondamentale periodo di Nuenen, sono una sorta di stigmate infiammata e continuamente protratta. Una vera e propria via crucis nel dolore e nella disperazione del vivere. Sarà come entrare nel laboratorio dell’anima di Van Gogh, in quel luogo segreto, solo a lui noto, nel quale si sono formate le sue immagini. Spesso nella condivisione dei temi in primo luogo con Jean-François Millet e poi con gli artisti della cosiddetta Scuola dell’Aia, una sorta di versione olandese della Scuola di Barbizon.